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Questo piccolo colle ospitava il famoso Nido delle Aquile di cui rimangono tutt'oggi alcune tracce.


Il Nido delle Aquile venne raggiunto da una pattuglia delle
"Guide Ardite di Val Zebrù" guidate dal caporale Stefano Schivalocchi detto Stefenin, di Premadio (Valdidentro). Successivamente venne sempre tenuto da truppe particolarmente addestrate e ben equipaggiate.
L'occupazione del posto si era resa necessaria in seguito alla occupazione austriaca della cima, ben attrezzata e difesa, che costituiva un osservatorio pericoloso sulle retrovie italiane in Val Zebrù. La presenza austriaca della cima inoltre impediva le consuete ricognizioni italiane lungo la Suldengrat, che in condizioni di bel tempo permetteveno di osservare le attività nelle retrovie nemiche. Almeno una volta gli austriaci tentarono un colpo di mano contro la posizione, scendendo dalla cima, ma vennero respinti. Purtroppo morì un alpino centrato da una scheggia di uno scudo d'acciaio colpito in pieno da un colpo di artiglieria di piccolo calibro. La posizione, nonostante l'altezza e il poco spazio per muoversi, era considerata meno peggio di altre da chi doveva farvi i turni, perchè il ricovero in grotta offriva almeno un buon riparo dal vento e il comando non lesinava i generi di conforto.
La via di salita seguiva un canalone riparato dal tiro nemico ed era attrezzata con corde fisse. Venne anche installato un "teleforo a mano", sorta di piccola teleferica a manovella, per favorire i rifornimenti.
Purtroppo valanghe e condizioni meteo lo rendevano spesso inutilizzabile. In proposito un aneddoto: il giorno di Natale 1917 il Nido delle Aquile era isolato da giorni per il maltempo. Saltato il collegamento telefonico, fermo il teleforo, viveri e combustibile cominciavano a scarseggiare. All'improvviso scattò l'allarme: qualcosa si muoveva lungo la via di salita. Non era un attacco a sorpresa ma il mitico Tuana, comandante delle Guide Ardite di Val Zebrù, che saliva da solo sotto il peso di uno zaino enorme, colmo di rifornimenti. La tradizione vuole che per raggiungere i suoi alpini quel giorno, avesse posticipato una licenza premio... Sarà leggenda forse, ma certo credibile per chi conosce la storia del Tuana e dei suoi Alpini.

Info gentilmente fornite da Franz Davini




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